Rallentare non è mai stato un verbo che mi è appartenuto. Sono sempre andata a 300 all’ora, soprattutto con la testa, senza godermi i traguardi raggiunti e sempre pronta a cercare una nuova meta.
Poi mi è successo proprio come alla tartaruga nella canzone di Bruno Lauzi “e poi un brutto giorno un muro la fermò, si ruppe qualche dente e poi rallentò…”
A me non ha fermato un muro ma un ginocchio rotto.
Mi sono trovata bloccata a casa per due mesi e tutti i mille progetti che stavo portando avanti in contemporanea hanno dovuto proseguire senza di me.
Il fermo obbligato mi ha fatto imparare ad ascoltare e a osservare molto di più quello che mi accadeva intorno, insomma a vedere il mondo.
È vero che da casa il mondo non lo vedi proprio bene. Ma impari a vedere te stessa e tu fai parte del mondo, anzi sei la parte più importante del tuo mondo.
Da oggi credo proprio di voler fare come la tartaruga, imparare a rallentare, rispettare i tempi delle cose e ascoltare ciò che esse trasmettono.
Come dicevo prima, la velocità impedisce di godersi i traguardi.
Prova ad immaginare di raggiungere un obiettivo per te molto importante e quando sei quasi arrivata… hai già un’altra meta difronte a te.
Cosa succede?
Non gioisci abbastanza del tuo podio perchè non hai il tempo per farlo, la tua testa è già impegnata in altro. Ma questa è vita?
Un tempo ti avrei risposto: “certo come potrebbe non esserla, il mondo è mordi e fuggi”.
Oggi invece ti dico “prenditi del tempo e festeggia come si deve ogni traguardo raggiunto, non avere fretta di cambiare pagina”.
Il mondo osservato con tranquillità riesce sempre a stupirti e a regalarti emozioni che non avresti neanche immaginato di poter provare.
Con la calma incontri persone, valuti il bello, insomma VIVI.
Io ho dovuto proprio sbatterci il naso ma ad oggi mi sento di suggerire a tutte noi donne che viaggiamo alla ricerca di noi stesse e di un cambiamento che ci faccia stare bene, di rallentare e cercare di vedere i segnali che l’universo è sempre pronto a elargire.
La naturopatia può aiutarci a rallentare
Nel mondo della floriterapia il fiore di Bach che più si addice in queste occasioni è Impatiens che infonde rispetto, pazienza e fiducia negli altri, mitigando la frenesia.
Tutti possiamo essere irritabili e impazienti a volte, vogliamo tutto subito e ci innervosiamo quando le cose non vanno come vorremmo.
Il potenziale positivo di Impatiens è pensare e agire meno frettolosamente e gestire tutti i problemi con facilità e diplomazia.
Secondo la definizione del Dottor Bach: “quelli che sono veloci in pensieri e azioni e desiderano che tutto sia fatto senza esitazione o ritardo. Quando malati, desiderano ansiosamente una rapida guarigione. Trovano molto difficile essere pazienti con le persone lente, considerandolo un difetto e una perdita di tempo, e si adoperano in tutti i modi per rendere tali persone più sollecite. Spesso preferiscono lavorare e pensare da soli, per poter fare tutto secondo i propri ritmi”
Ecco io prima della caduta ero proprio così ma ora mi chiedo chi me l’ha fatto fare? A cosa serve correre e perdersi quello che il modo ci vuole offrire?
Insomma non so se tu sei ancora nella fase Impatiens o in quella tartaruga e dove ti senti meglio, ma un giorno prova a rallentare e guardare il mondo. Solo così lo vedrai veramente.
Buon viaggio
Greppi Grazia Giorgia
Counselor Naturopatico